Segnaliamo una nuova comunicazione di ASCOM BERGAMO:
Cari associati,
siamo, come voi, costernati e arrabbiati per le decisioni prese e per questi continui cambi di provvedimenti. Vi anticipiamo che Confcommercio sta trattando con il Presidente del Consiglio per i ristori di gennaio e Fipe sta trattando la possibilità, alla riapertura, di estendere gli orari fino alle 21,30/22. Noi, da lunedì, manifesteremo la nostra protesta affiggendo sulla facciata della nostra sede uno striscione di 20 metri per esprimere tutta la nostra solidarietà ai nostri imprenditori.
Come avrete già letto o sentito in Tv, il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà in serata una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 10 gennaio, per cui la Lombardia passerà in “zona arancione“.
Torneranno così valide le norme del DPCM del 3 dicembre 2020, art 2 per cui:
- sospese le attività dei servizi di ristorazione, escluse mense e catering continuativi, mentre resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio e fino alle ore 22 l’asporto con divieto di consumo sul posto e nelle adiacenze. Restano comunque aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante poste lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro;
- nelle giornate festive e prefestive restano chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei mercati coperti e dei centri commerciali, gallerie commerciali, parchi commerciali ed altre strutture ad essi assimilabili, ad eccezione di farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaisti, tabacchi ed edicole;
- non ci sono altre restrizioni sul commercio al dettaglio e i servizi alla persona, è fatto, però, obbligo nei locali aperti al pubblico, nonché in tutti gli esercizi commerciali, di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale medesimo, sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti;
- resta vietato lo spostamento con mezzi pubblici e privati nei comuni diversi di quello di residenza, se non per motivi di lavoro, di salute.
Ricordiamo che:
- è sempre possibile effettuare la consegna a domicilio anche al di fuori del comune dove ha sede l’esercizio, previa autocertificazione del titolare dell’impresa;
- per quanto riguarda l’asporto, non compete al ristoratore verificare la provenienza del cliente. L’unica sua responsabilità prevista dal decreto riguarda il divieto di consumo nelle immediate vicinanze dell’esercizio. Data la possibilità al cliente di spostarsi per fare acquisti in un negozio fuori dal proprio comune, per analogia, riteniamo che il cliente possa spostarsi anche per acquistare in un ristorante. Non c’è però nessuna Faq specifica del Governo.
Infine, inoltriamo la FAQ del Governo che riguarda la possibilità di fare spesa fuori da proprio comune.
Posso fare la spesa in un comune diverso da quello in cui abito?
Gli spostamenti verso Comuni diversi da quello in cui si abita sono vietati, salvo che per specifiche esigenze o necessità. Fare la spesa rientra sempre fra le cause giustificative degli spostamenti.
Laddove quindi il proprio Comune non disponga di punti vendita o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica, di punti vendita necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito, entro tali limiti, che dovranno essere autocertificati.