Sabato scorso sono state ufficialmente accese le luminarie natalizie in centro storico, oggetto di critiche, per lo più eccessive nell’interpretazione data ai soggetti luminosi, che già in settimana – durante le installazioni – sono apparse su più canali di comunicazione, anche sovra-locali.

Ora, vogliamo rifocalizzare l’attenzione su due aspetti fondamentali di questo intervento: il merito che va riconosciuto ai commercianti e alle altre realtà economiche locali che hanno finanziato il progetto (nonostante la crisi, nonostante le defezioni dei colleghi, nonostante l’esposizione alle critiche che sempre un po’ ci si aspetta) e il fatto che è stato realizzato un progetto organico privati-pubblico che ha consentito di ampliare l’area coperta ottimizzando le risorse congiunte disponibili.

Certamente non neghiamo che con un numero più elevato di adesioni (su cui avevamo contato in un primo momento) sarebbe stato possibile installare più luci e avere un effetto complessivo migliore, probabilmente meno “freddo”. A parte ciò, resta che l’unica interpretazione corretta dei soggetti luminosi installati è la stilizzazione dell’abete natalizio, che ben si legge lungo la circonvallazione in corrispondenza delle porte di accesso al centro e che è richiamata poi lungo le vie principali dai famigerati triangoli con cerchio e sfera. E’ altrettanto vero che, come l’anno scorso, il consiglio direttivo del Distretto ha voluto presentare un’idea fuori dagli schemi classici, accettando il rischio di esposizione a critiche sul gusto, che non può che essere soggettivo.

Tutto il resto è, come ha scritto in merito P.C. Rivoltella domenica scorsa, sovrainterpretazione.